AttualitàNon una di più

Non una di più

‘’Quasi novanta femminicidi nel 2024, di cui cinque solo nell’ultima settimana. Non si ferma la strage quotidiana delle Donne che segna anche una triste svolta e deriva, quella delle vittime over settanta, ammazzate dai partner dopo matrimoni o convivenze lunghissimi di quaranta o cinquant’anni. Tra l’1 gennaio e il 20 ottobre 2024 sono stati registrati ottantanove femminicidi.’’

Di queste vittime, settantasette sono state uccise in ambito familiare o affettivo e di queste quarantotto hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner.

I dati, del Ministero dell’Interno e riportati da ANSA, segnalano un calo del numero delle vittime che da cento scende a ottantanove (-11%).

Ma si tratta di una lieve flessione della quale non ci si può vantare. Anzi.

Che il movente sia passionale o economico o a qualsivoglia sentimento si ascriva l’efferatezza della cronaca (e sentimento è ossimoro), non passa giorno che i lanci dei notiziari non informino circa l’uccisione di una Donna. Trasversalmente a età, geografia, condizione sociale e economica.

Il possesso, che dovrebbe riferirsi solo a beni materiali, si trasferisce a esseri umani la cui vita viene terminata se non segue più un percorso pre-stabilito da chi intende governarla.

E poco importa se le denunce formalizzate all’indirizzo dei vessatori non sortiscono effetto alcuno.

Tutto, tutti, legislatori compresi, restano fissamente e colpevolmente immobili.

Allora il NON UNA DI MENO o NON UNA DI PIÙ finisce per essere uno sterile proclama. Privo di effettiva applicazione se non sono e siamo in grado di difendere chi chiede aiuto e lo fa attraverso la legge e i mezzi che questa mette a disposizione. Tristemente inefficaci e inascoltati.

Siamo la voce dei baby-boomer in Italia: celebriamo la diversità intergenerazionale, cogliendo gli insegnamenti del passato per affrontare le sfide del futuro.